
Non è così scontato che il processo di formazione della nostra identità sia lineare. Anzi. Le fasi di formazione dell’identità si sviluppano attraverso un processo molto articolato di identificazione, individuazione, imitazione e interiorizzazione.
Si vive attraverso il corpo una conoscenza che mostra al mondo in che fase della vita ci troviamo. Ci rivestiamo di ruoli per inserirci all’interno di una vita comunitaria e conoscerci attraverso l’altro. Ci identifichiamo per appartenere ad una comunità e sapere chi siamo. Viviamo nel mondo di oggi in modo fluido, percependo la perdita di riferimenti essenziali per il nostro Io, e andiamo alla ricerca di confini identitari.
Non sappiamo più bene con quale identità interagiamo: chi siamo a casa o in coppia, sul lavoro o in una comunità virtuale. Le nostre risorse simboliche si moltiplicano, ma siamo condizionati dal nostro essere ‘online’ o ‘offline’, e ci smaterializziamo.
Così un uomo (ma potrebbe essere una donna), cresciuto fin da ragazzo con i cartoni animati, esplora il mondo e la sessualità da una angolazione fantastica e simbolica, ma si ritrova da adulto a non avere chiara la propria espressione di genere. Non comprende bene se le proprie ricerche sul web e nella vita, riguardino una confusa curiosità verso l’altro con tutte le paure e le vergogne del caso (pedofilia, bisessualità, omosessualità, eterosessualità, altro); o sia semplicemente una curiosità mai sperimentata, né giocata, che ha lasciato un vuoto al naturale sviluppo dei propri accessi alla vita.
Propendo per due letture.
Da una parte, considero l’accettazione di ciò che è nascosto e che potrebbe riguardare una omosessualità latente, mai accettata, né esplorata, ma solo agita nella dimensione simbolica.
Dall’altra, osservo la mancata maturazione di processi, non adeguatamente sviluppati, relativi all’identificazione primaria della prima infanzia; una non chiara consapevolezza dei tratti permanenti di ruolo incarnati dalla propria cultura di riferimento (genitori e ambiente); una non chiara percezione dell’attrazione erotica ed affettiva verso lo stesso sesso o quello opposto.
Ciò che sembra fare la differenza nel processo di auto scoperta, e che esorto, è la capacità di condividere i propri sentimenti e fantasie, ed esplorare l’orientamento individuale rispetto alla propria sessualità, comprese le sensazioni, le preferenze ed i comportamenti.
Si vive attraverso il corpo una conoscenza che mostra al mondo in che fase della vita ci troviamo. Ci rivestiamo di ruoli per inserirci all’interno di una vita comunitaria e conoscerci attraverso l’altro. Ci identifichiamo per appartenere ad una comunità e sapere chi siamo. Viviamo nel mondo di oggi in modo fluido, percependo la perdita di riferimenti essenziali per il nostro Io, e andiamo alla ricerca di confini identitari.
Non sappiamo più bene con quale identità interagiamo: chi siamo a casa o in coppia, sul lavoro o in una comunità virtuale. Le nostre risorse simboliche si moltiplicano, ma siamo condizionati dal nostro essere ‘online’ o ‘offline’, e ci smaterializziamo.
Così un uomo (ma potrebbe essere una donna), cresciuto fin da ragazzo con i cartoni animati, esplora il mondo e la sessualità da una angolazione fantastica e simbolica, ma si ritrova da adulto a non avere chiara la propria espressione di genere. Non comprende bene se le proprie ricerche sul web e nella vita, riguardino una confusa curiosità verso l’altro con tutte le paure e le vergogne del caso (pedofilia, bisessualità, omosessualità, eterosessualità, altro); o sia semplicemente una curiosità mai sperimentata, né giocata, che ha lasciato un vuoto al naturale sviluppo dei propri accessi alla vita.
Propendo per due letture.
Da una parte, considero l’accettazione di ciò che è nascosto e che potrebbe riguardare una omosessualità latente, mai accettata, né esplorata, ma solo agita nella dimensione simbolica.
Dall’altra, osservo la mancata maturazione di processi, non adeguatamente sviluppati, relativi all’identificazione primaria della prima infanzia; una non chiara consapevolezza dei tratti permanenti di ruolo incarnati dalla propria cultura di riferimento (genitori e ambiente); una non chiara percezione dell’attrazione erotica ed affettiva verso lo stesso sesso o quello opposto.
Ciò che sembra fare la differenza nel processo di auto scoperta, e che esorto, è la capacità di condividere i propri sentimenti e fantasie, ed esplorare l’orientamento individuale rispetto alla propria sessualità, comprese le sensazioni, le preferenze ed i comportamenti.