
Le immagini dicono più di cento parole. E questa immagine, scelta dall’ansa questa mattina per testimoniare l’incontro tra due statisti, mi ha infastidito.
Cosa vediamo in questa immagine? L’incontro di due protagonisti seduti, apparentemente in modo comodo, a una distanza formale, all’interno di una stanza istituzionale. Solo che uno, il presidente Hollande è, o sembra, sorridente e ben radicato. Mano sinistra con le dita aperte con chiari segni indicativi di cosa desidera trasmettere al suo interlocutore La mano destra, invece, leggermente chiusa a pugno, sembra indicare una disponibilità condizionale verso l’incontro e i temi della visita o verso il proprio interlocutore.
L’altro, il presidente Gentiloni, sostiene il viso con la mano e con il gomito appoggiato al bracciolo. Attento all'interlocutore. Gambe incrociate, braccio destro rilasciato, mano aperta, probabilmente comodo, ma che trasmette una rilassatezza non consona ad un incontro istituzionale.
Quello che a me trasmette questa immagine è la diversa impostazione che i due statisti sembrano dare all’incontro.
Ma questa appunto è una fotografia, un momento, tutto l’incontro vedrà i protagonisti disporsi in una danza di parole e movimenti, presumo appropriati all’importanza dell’incontro.
E allora mi chiedo: chi sceglie immagini di questo tipo che messaggio vuole trasmettere? E i media, quando trasmettono informazioni come queste sono coscienti di cosa arriva alla percezione degli osservatori? E con quale responsabilità?
Nell’immagine, a me arriva un Gentiloni depotenziato, che per estensione trasmette un’immagine dell’Italia sulle ginocchia che rimugina sui suoi problemi e che cerca aiuti nell’autorevole sostegno internazionale.
I media, per una logica di sopravvivenza e di spettacolo, estremizzano, danno in pasto qualsiasi cosa a noi poveri utenti. Ma è proprio questo che desideriamo vedere?