
In apnea ci sono molte specialità: statica, dinamica e profonda. Potremmo usare delle metafore per scoprire come ogni tipo di apnea richieda particolari modalità di respirazione.
Nell’apnea statica siamo come atomi brulicanti, siamo spazio senza cariche elettriche.
Nell’apnea dinamica siamo atomi con cariche in movimento che esplorano le distanze e il tempo.
Nell’apnea profonda siamo atomi e cariche energetiche che esplorano massa e profondità.
Sono categorie mentali che ci aiutano a interpretare il mondo che viviamo (spazio, tempo, energia) e che possono darci utili suggerimenti nella pratica dell’apnea. Statica = gestione dell’attesa. Dinamica = gestione del movimento attivo. Profonda = gestione della profondità e della pressione. Il tema di fondo: la lentezza.
Per quello che ho visto, ogni subacqueo ha una propria modalità per prepararsi alle diverse prove. Credo, però, sia interessante verificare come l’attenzione si sposti dal movimento del respiro alla concentrazione su stati mentali potenzianti: nella statica indirizzati verso il sognare e il fluttuare, nella dinamica verso la visualizzazione di una armonia del movimento e della distanza, nella profonda verso un contatto con la fluidità del movimento e della pressione.
In tutte l’obiettivo consisterà nel raggiungere uno stato di flow.
Il tema è aperto e intrigante, ma quello che emerge dalla pratica è che non sembra prevalere un modello di respiro ideale, quanto un insieme di differenze soggettive che applicate ai protocolli di una respirazione integrata, amplificano le possibilità di una apnea controllata, efficiente e aggraziata allo stesso tempo.
Nell’apnea statica siamo come atomi brulicanti, siamo spazio senza cariche elettriche.
Nell’apnea dinamica siamo atomi con cariche in movimento che esplorano le distanze e il tempo.
Nell’apnea profonda siamo atomi e cariche energetiche che esplorano massa e profondità.
Sono categorie mentali che ci aiutano a interpretare il mondo che viviamo (spazio, tempo, energia) e che possono darci utili suggerimenti nella pratica dell’apnea. Statica = gestione dell’attesa. Dinamica = gestione del movimento attivo. Profonda = gestione della profondità e della pressione. Il tema di fondo: la lentezza.
Per quello che ho visto, ogni subacqueo ha una propria modalità per prepararsi alle diverse prove. Credo, però, sia interessante verificare come l’attenzione si sposti dal movimento del respiro alla concentrazione su stati mentali potenzianti: nella statica indirizzati verso il sognare e il fluttuare, nella dinamica verso la visualizzazione di una armonia del movimento e della distanza, nella profonda verso un contatto con la fluidità del movimento e della pressione.
In tutte l’obiettivo consisterà nel raggiungere uno stato di flow.
Il tema è aperto e intrigante, ma quello che emerge dalla pratica è che non sembra prevalere un modello di respiro ideale, quanto un insieme di differenze soggettive che applicate ai protocolli di una respirazione integrata, amplificano le possibilità di una apnea controllata, efficiente e aggraziata allo stesso tempo.