
Il ritratto dei pensieri di una giovane donna ha questa didascalia. ‘Ti tengo e ti lascio. Guai se fai il piacione in giro. Voglio essere libera. In effetti, non so bene cosa voglio’.
Questa è la sintesi di una psicologia che implode, che comincia con alcune delusioni, si moltiplica con i pensieri e le emozioni e diventa muro di Berlino nei comportamenti.
Così ne fanno le spese tutti. La mamma che da consigli basati sulla paura (non fare niente!). Il papà che nei suoi molteplici impegni e difficoltà, non offre né sostegno, né tempo (ormai sei grande, tutti abbiamo problemi!). Al fratello che non comunica e si comporta come un ragazzino in calore (non mi parli, non so niente di te!). All’ex che nel suo vendicarsi di essere stato lasciato, lancia segnali di guerra.
Tutti, in modo indiscriminato, rientrano nella crisi di principi e di cicli. Fisiologici, anche. Col ciclo, si litiga anche con i semafori, ma i pensieri sono buoni e hanno valide ragioni. La mamma, dovrebbe essere più coerente, il papà più presente, il fratello più responsabile e l’ex più maturo.
E la protagonista cosa vede? Il male psicologico, l’assenza e la distanza delle persone care e l’innesco di una psicologia inversa. Prima vuole, poi non vuole, poi vuole essere libera, ma in compagnia. Poi vuole un futuro, ma in libertà.
Aspira al godimento della solitudine, ma quando è sola vive di ansia. Quando si muove, sta bene uno e sta male cento.
Che fare? Dopo lunghe storie che finiscono e brevi fiammate di libertà, occorre cercarla la libertà. E maturarla. Occorre sapersi scegliere un uomo, liberi di amarlo e di lasciarlo, vivendoci accanto senza la paura che possa essere l’ultima volta. Occorre saper cercare un futuro e mutare se stessi in un tempo nuovo. Occorre abbracciare la vita e osare. E, sbagliando, perdere con classe.
Questa è la sintesi di una psicologia che implode, che comincia con alcune delusioni, si moltiplica con i pensieri e le emozioni e diventa muro di Berlino nei comportamenti.
Così ne fanno le spese tutti. La mamma che da consigli basati sulla paura (non fare niente!). Il papà che nei suoi molteplici impegni e difficoltà, non offre né sostegno, né tempo (ormai sei grande, tutti abbiamo problemi!). Al fratello che non comunica e si comporta come un ragazzino in calore (non mi parli, non so niente di te!). All’ex che nel suo vendicarsi di essere stato lasciato, lancia segnali di guerra.
Tutti, in modo indiscriminato, rientrano nella crisi di principi e di cicli. Fisiologici, anche. Col ciclo, si litiga anche con i semafori, ma i pensieri sono buoni e hanno valide ragioni. La mamma, dovrebbe essere più coerente, il papà più presente, il fratello più responsabile e l’ex più maturo.
E la protagonista cosa vede? Il male psicologico, l’assenza e la distanza delle persone care e l’innesco di una psicologia inversa. Prima vuole, poi non vuole, poi vuole essere libera, ma in compagnia. Poi vuole un futuro, ma in libertà.
Aspira al godimento della solitudine, ma quando è sola vive di ansia. Quando si muove, sta bene uno e sta male cento.
Che fare? Dopo lunghe storie che finiscono e brevi fiammate di libertà, occorre cercarla la libertà. E maturarla. Occorre sapersi scegliere un uomo, liberi di amarlo e di lasciarlo, vivendoci accanto senza la paura che possa essere l’ultima volta. Occorre saper cercare un futuro e mutare se stessi in un tempo nuovo. Occorre abbracciare la vita e osare. E, sbagliando, perdere con classe.