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Psicologia e Psicoterapia

'Il piacere: il diavolo nel panettone' di Lorenzo Manfredini

17/12/2015

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Voglio condividere con voi una riflessione sugli aspetti rivoluzionari del piacere sulla nostra vita e sul nostro modo di vivere.

Il piacere dovrebbe essere parte integrante di ogni nostra giornata. E’ scritto nel DNA:  siamo progettati per ricercare il piacere ed evitare il dolore.

Il piacere ha effetti sconvolgenti: entra nell’anima delle cose e le valorizza. 

Da una parte, proviamo fastidio verso alcune declinazioni del piacere. Ad esempio, quando siamo assuefatti dalle novità e ossessionati dalla ricerca del godimento fine a se stesso.

Dall’altra, tramutiamo il dovere in piacere, ed eleviamo l’appagamento dei sensi a piacere cognitivo. Convertiamo le sensazioni liberanti in controllo, conquista, costruzione di strutture, abitudini, progetti, azioni. Il piacere diventa altro, e viene confuso con la soddisfazione dell’autodisciplina, della forza di volontà e della motivazione.

Ecco che tutto diventa finzione: ‘sii felice, perché voglio che tu devi!’ e ‘realizza tutti i doveri per piacere tuo!’

Il sentimento del piacere è diventata sinonimo di positività, sicurezza, successo. Ma non è solo questo. E’ soprattutto un insieme di emozioni cognitive: serenità, pace, gioia, completezza, connessione, soddisfazione, entusiasmo.

Conosciamo a memoria i doveri e le cose che piacciono, ma proprio per questo, vale la pena diventare autonomi e fertilizzare il piacere mentre lo si realizza. Piccole cose, ma che nella vita ci devono essere: un gelato, un tramonto, le coccole, una risata, l’amore.

Il piacere, è potente. Ha una sua forza generatrice e liberatoria. Ci invita a ad amare il lato della vita elementare e vitale. Niente a che fare con il trucco di rendere piacevoli le azioni che ci renderanno felici in futuro (Per carità, anche!).

Il piacere di cui parlo,  è autoalimentazione. E’ quella sveglia che ti dice: ‘fallo perché ti piace’; ‘nutriti di piacere’.

Guardare la vita con una carica emotiva orientata al piacere, ci espone a un’identità circolare. A un modo di essere presenti a se stessi senza distrazioni. Capaci di esplorare i movimenti vitali, con la consapevolezza di essere a casa, nel proprio elemento.

Cercare il piacere, non quello illusorio, ovviamente, significa andare dentro e fuori dai modelli abituali, e realizzare un cambiamento drastico nel modo di vivere, sostenuti da un vibrante fuoco interiore. 

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Psicologo – Psicoterapeuta dell'approccio Cognitivo e Corporeo
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